Le migrazioni italiane_ITAL510_SP19Main MenuIntroduzioneChi siamoNon soltanto un bauleStorie di emigranti italiani - a cura di Concetta Cirigliano PernaRegina di fiori e di perledi Gabriella GhermandiScontro di civilta' per un ascensore a Piazza Vittorio di Amara LakhousL'emigrante atipicadi Gianluca DourosNon soltanto un gelato"In other words, by telling these subjects' personal stories...these texts articulate the 'meanings and values as they are lived and felt' in the specific context of diasporic individuals and/or communities." – Clarissa Clò e Teresa Fiore, Unlikely Connections: Italy's Cultural Formations between Home and the DiasporaUn cittadino del mondoIntroduzione alla vita di Eugen BlajLa verità Montréalaisedi Jorge HernandezDal sud al nord del Messico e un po' più a Nord a San DiegoIl viaggio dei miei nonni e i miei genitoriL'inizio di una cosa bellaQuesta è la storia dell'immigrazione di mia mamma - Nathalie JimenezIn Mezzodi Leslit VelelaIl mio primo arrivo in Italiadi Lupita HernandezTortillas, Fagioli, e FormaggioDH Showcase - 10 maggio 2019DH Showcase - 10 maggio 2019 - reduxClarissa Clòdb886ad53bc7213a988f9e7e4415f782ea7c35a2
1media/poutine.jpg2019-05-09T00:08:29-07:00La verità Tarraconense21image_header8755142019-05-09T23:44:59-07:00Ho parlato tutta la sera con mio nonno. Lui mi ha raccontato la storia di mio padre in spagnolo. Questo è il segreto di mio padre. Tuo padre, Miguel Angel è nato a Tarragona, Spagna. Lui era un ragazzo molto felice e gli piaceva viaggiare però noi non avevamo molti soldi per viaggiare. Quando lui è andato a l’università, ha avuto l’opportunità di fare l’Erasmus.
Ha vinto una borsa di studio grazie alle sue passione di lingue stranieri. Miguel Angel è andato a studiare in Francia. Non ho capito mai perché voleva andare in una piccola città che si chiama Tours. Io stavo felice che lui avesse questa opportunità però non stavo preparato per conseguenze. Quando tuo padre è ritornato di Tours, lui aveva cambiato, non era lo stesso ragazzo che mi voleva bene, qualcosa era successo a Tours. Non ho fatto niente per otto anni. Un giorno, tua nonna è morta nell’incendio de la nostra casa. Non è stato facile per nessuno. Volevamo cominciare una nuova vita senza i ricordi tristi. Allora, tuo padre mi ha detto che aveva una fidanzata che si chiamava Agnès e che lei abitava a Montréal. Io non lo sapevo, mi ha sorpreso. Dunque, siamo venuti a Montréal però quando siamo arrivati, il mio incubo è nato. Miguel Angel e Agnès sempre parlavano in francese e io non capivo niente. Gli dicevo a Miguel Angel di tradurre quello que la sua fidanzata diceva, ch’io voleva parlare con lei. Tuo padre mi ha detto, “non mi chiami Miguel Angel, io sono Michel-Ange capito”. Io non gli ho detto niente. Un anno dopo, tu sei nato. Io ero molto contento d’avere un nipote. Abbiamo vissuto insieme però non mi lasciavamo parlarti. Tu sei cresciuto parlando il francese e dopo hai imparato l’inglese alla scuola elementare. Un giorno, ho parlato con Miguel Angel. Gli ho detto ch’ero stanco che non mi rispettava, che non capivo quello che parlavate, ch’io volevo sentirmi amato e parte della famiglia. Lui mi ha spezzato il cuore. Miguel Angel mi ha detto, “ti ho detto tantissime volte che non mi chiamo Miguel Angel, quel nome di un bastardo che non sapeva niente della vita. Tu non sei un vero uomo, non hai fatto niente per salvare mia madre dell’incendio. È culpa tua che mia madre non sta qui. Io mi vergogno d’essere spagnolo, di parlare la lingua di un codardo che l’unica cosa che sa fare è dare fastidio. Tu non sei un vero uomo, gli uomini luttano per avere una famiglia, per il futuro felice di tutti i loro figli e tu che cosa hai fatto? Che cosa fai? Niente, pensi che tutto il mondo è come te però non è vero, questo mondo sta stanco di te. Agnès ed io stiamo stanchi di te. Domani mattina ti porterò subito in una casa di riposo e non mi vedrai mai o a Olivier.” Questa è stato la prima volta che ho imparato il tuo nome, io pensavo che Olivier era una parola francese che voleva dire ragazzo. Tu eri molto piccolo però sempre avevi una buona memoria, e l’hai che oggi sei venuto qui senza avermi visto da bambino. Anch’io sto contento di vederti nonno, ti volevo e ti voglio bene. Mio nonno mi ha detto, “anch’io ti voglio bene, prima di morire, volevo abbracciarti, dirti che ti voglio bene, che sei spagnolo, di non vergognarti d’esserlo o d’imparare la lingua. All’improvviso, ho visto mio nonno fermare gli occhi, e svenire.
"Sempre avevo paura di non riuscire, ti voglio bene nonno…"