La verità Montréalaise
Seconda opportunità
“sempre avevo paura di non riuscire, ti voglio bene nonno”
Non posso credere che la vita può finire velocemente. Mio padre sempre mi diceva che la cosa più importante nella vita era imparare la lingua dove abiti e di fare finta che tutta la tua famiglia parla la lingua e che sono di quel paese. Quando ero bambino, non capivo perché mi lo diceva. Io solo volevo conoscere mio nonno, parlare con lui però secondo mio padre era vietato parlare con lui. Prima, pensavo che mio nonno era un criminale che aveva perso la capacità di parlare bene perché non capivo mai che cosa stesse dicendo. Tuttavia, ho imparato la verità quando ho cominciato il liceo.
Ricordo quel giorno come se fosse ieri. Lunedi, 13 agosto, mi sono svegliato molto presto per andare al primo giorno di classe. Mia madre aveva scelto un liceo privato che si chiama Collège de Montréal. Ero molto contento perché il mio migliore amico Jean-Philippe anche fosse nello stesso liceo. Il primo giorno ho sentito un ragazzo che parlava come mio nonno. Pensavo che non l’avevo sentito bene e ho continuata la mia giornata. Il secondo giorno ho sentito una ragazza che parlava come mio nonno. Allora ho pensato che forse lui mi mancava. Alcune settimane sono passate e non ho mai sentito il ragazzo o la ragazza. Mercoledì, 25 settembre, Jean-Philippe mi ha detto che il liceo offriva un corso gratuito di spagnolo la sera per i primi 30 studenti che si iscrivessero al corso. Io ho corso e mi sono scritto senza sapere che quella sera sarebbe cambiata la mia vita.
Quando il corso ha cominciato, il mio battito cardiaco si è fermato. Questo professore parlava come mio nonno. Allora, ho capito che mio nonno non aveva perso la capacità di parlare bene però lui poteva parlare e parlava bene, lui parlava lo spagnolo. Questa sera, sono ritornato a casa molto felice perché voleva dirgli a miei genitori che avevo imparato una cosa molto interessante. Io volevo gridare “nonno Luis non sta pazzo, non ha un problema, lui parla lo spagnolo”. Sfortunatamente quando sono arrivato in casa, mio padre mi ha colpito, “però che cazzo stai dicendo, in questa casa la parola spagnolo, la lingua spagnola non esistono e non esiteranno mai, capito!”. Non capivo perché mio padre non voleva sentire la parola, io piangevo ogni sera perché lui non voleva dirmi la verità, perché aveva tanta paura di questa parola. Non ho mai parlato di questo con mio padre però io ho continuato a studiare lo spagnolo. Mi sono diplomato del liceo e, secondo me, parlavo bene lo spagnolo.
Quando ho compiuto 18 anni, mio padre mi ha detto ch’ero un adulto e che non dovevo mai chiedere permesso per fare qualsiasi cosa. La prima cosa che ho fatto, ho preso il metro e sono andato nella casa di riposo dove abitava mio nonno Luis. Quando lui mi ha visto, aveva un sorriso molto bello che non lo dimenticherò mai. Mi ha detto, “Hola Ètienne, me da mucho gusto verte, ya tenia anõs sin verte, lastima que nunca podras entenderme… (1)” Lui non ha finito di parlare quando io l’ho interrotto. “ Abuelo, si te entiendo, ya aprendi español y finalmente podemos comunicarnos. (2)” Mio nonno ha cominciato a piangere e abbiamo parlato tutto il giorno. Gli ho chiesto, perché mio padre non voleva parlare lo spagnolo e perché aveva paura della lingua e della parola spagnolo. La sua risposta, mi ha colpito. Mio padre in realtà non era di Montreal, lui era spagnolo, è nato in Tarragona però ha molta vergogna di essere un immigrato e ha paura di dire la verità.
- Ciao Ètienne, sto molto contento di vederti, ci sono tantissimi anni che non ti vedo, mi dispiace che non mi capirai mai.
- Nonno, si ti capisco, ho imparato lo spagnolo e finalmente possiamo parlarci.