RVF no. 89
molt'anni a far di me quel ch'a lui parve,
donne mie, lungo fora a ricontarve
quanto la nova liberta m'increbbe.
Diceami il cor che per se non saprebbe
viver un giorno; et poi tra via m'apparve
quel traditore in si mentite larve
che piu saggio di me inganato avrebbe.
Onde piu volte sospirando indietro
dissi: Ohime, il giogo et le catene e i ceppi
eran piu dolci che l'andare sciolto.
Misero me, che tardo il mio mal seppi;
et con quanta faticha oggi mi spetro
de l'errore, ov'io stesso m'era involto!