RVF no. 63
che fa di morte rimembrar la gente,
pieta vi mosse; onde, benignamente
salutando, teneste in vita il core.
La fraile vita, ch'ancor meco alberga,
fu de' begli occhi vostri aperto dono,
et de la voce angelica soave.
Da lor conosco l'esser ov'io sono:
che, come suol pigro animal per verga,
cosi destaro in me l'anima grave.
Del mio cor, donna, l'una et l'altra chiave
avete in mano; et di cio son contento,
presto di navigare a ciascun vento,
ch'ogni cosa da voi m'e dolce honore.