RVF no. 56
contando l'ore no m'inganno io stesso,
ora mentre ch'io parlo il tempo fugge
ch'a me fu inseme et a merce promesso.
Qual ombra e si crudel che 'l seme adugge,
ch'al disiato frutto era si presso?
et dentro dal mio ovil qual fera rugge?
tra la spiga et la man qual muro e messo?
Lasso, nol so; ma si conosco io bene
che per far piu dogliosa la mia vita
amor m'addusse in si gioiosa spene.
Et or di quel ch'i' o lecto mi sovene,
che 'nanzi al di de l'ultima partita
huom beato chiamar non si convene.