RVF no. 345
la mia lingua aviata a lamentarsi,
a dir di lei per ch'io cantai et arsi
quel che, se fusse ver, torto sarebbe:
ch'assai 'l mio stato rio quetar devrebbe
quella beata, e 'l cor racconsolarsi
vedendo tanto lei domesticarsi
con Colui che vivendo in cor sempre ebbe.
Et ben m'acqueto, et me stesso consolo;
ne vorrei rivederla in questo inferno,
anzi voglio morire et viver solo:
che piu bella che mai con l'occhio interno
con li angeli la veggio alzata a volo
a pie' del suo et mio Signore eterno.