RVF no. 320
veggio apparire, onde 'l bel lume nacque
che tenne gli occhi mei mentr'al ciel piacque
bramosi et lieti, or li ten tristi et molli.
O caduche speranze, o penser' folli!
Vedove l'erbe et torbide son l'acque,
et voto et freddo 'l nido in ch'ella giacque,
nel qual io vivo, et morto giacer volli,
sperando alfin da le soavi piante
et da begli occhi suoi, che 'l cor m'ann'arso,
riposo alcun de le fatiche tante.
O' servito a signor crudele et scarso:
ch'arsi quanto 'l mio foco ebbi davante,
or vo piangendo il suo cenere sparso.