RVF no. 318
come quella che ferro o vento sterpe,
spargendo a terra le sue spoglie excelse,
mostrando al sol la sua squalida sterpe,
vidi un'altra ch'Amor obiecto scelse,
subiecto in me Calliope et Euterpe;
che 'l cor m'avinse, et proprio albergo felse,
qual per trunco o per muro hedera serpe.
Quel vivo lauro ove solean far nido
li alti penseri, e i miei sospiri ardenti,
che de' bei rami mai non mossen fronda,
al ciel traslato, in quel suo albergo fido
lascio radici, onde con gravi accenti
e anchor chi chiami, et non e chi responda.