RVF no. 289
ch'ebbe qui 'l ciel si amico et si cortese,
anzi tempo per me nel suo paese
e ritornata, et a la par sua stella.
Or comincio a svegliarmi, et veggio ch'ella
per lo migliore al mio desir contese,
et quelle voglie giovenili accese
tempro con una visita dolce et fella.
Lei ne ringratio, e 'l suo alto consiglio,
che col bel viso et co' soavi sdegni
faceami ardendo pensar mia salute.
O leggiadre arti et lor effetti degni,
l'un co la lingua oprar, l'altra col ciglio,
io gloria in lei, et ella in me virtute!