RVF no. 288
d'aspri colli mirando il dolce piano
ove nacque colei ch'avendo in mano
meo cor in sul fiorire e 'n sul far frutto,
e gita al cielo, ed ammi a tal condutto,
col subito partir, che, di lontano
gli occhi miei stanchi lei cercando invano,
presso di se non lassan loco asciutto.
Non e sterpo ne sasso in questi monti,
non ramo o fronda verde in queste piagge,
non fiore in queste valli o foglia d'erba,
stilla d'acqua non ven di queste fonti,
ne fiere an questi boschi si selvagge,
che non sappian quanto e mia pena acerba.