RVF no. 282
a consolar le mie notti dolenti
con gli occhi tuoi che Morte non a spenti,
ma sovra 'l mortal modo fatti adorni:
quanto gradisco che' miei tristi giorni
a rallegrar de tua vista consenti!
Cosi comincio a ritrovar presenti
le tue bellezze a' suoi usati soggiorni,
la 've cantando andai di te molt'anni,
or, come vedi, vo di te piangendo:
di te piangendo no, ma de' miei danni.
Sol un riposo trovo in molti affanni,
che, quando torni, te conosco e 'ntendo
a l'andar, a la voce, al volto, a' panni.