RVF no. 28
anima che di nostra humanitade
vestita vai, non come l'altre carca:
perche ti sian men dure omai le strade,
a Dio dilecta, obediente ancella,
onde al suo regno di qua giu si varca,
ecco novellamente a la tua barca,
ch'al cieco mondo ha gia volte le spalle
per gir al miglior porto,
d'un vento occidental dolce conforto;
lo qual per mezzo questa oscura valle,
ove piangiamo il nostro et l'altrui torto,
la condurra de' lacci antichi sciolta,
per drittissimo calle,
al verace oriente ov'ella e volta.
Forse i devoti et gli amorosi preghi
et le lagrime sancte de' mortali
son giunte inanzi a la pieta superna;
et forse non fur mai tante ne tali
che per merito lor punto si pieghi
fuor de suo corso la giustitia eterna;
ma quel benigno re che 'l ciel governa
al sacro loco ove fo posto in croce
gli occhi per gratia gira,
onde nel petto al novo Karlo spira
la vendetta ch'a noi tardata noce,
si che molt'anni Europa ne sospira:
cosi soccorre a la sua amata sposa
tal che sol de la voce
fa tremar Babilonia, et star pensosa.
Chiunque alberga tra Garona e 'l monte
e 'ntra 'l Rodano e 'l Reno et l'onde salse
le 'nsegne cristianissime accompagna;
et a cui mai di vero pregio calse,
del Pireneo a l'ultimo orizonte
con Aragon lassara vota Hispagna;
Inghilterra con l'isole che bagna
l'Occeano intra 'l Carro et le Colonne,
infin la dove sona
doctrina del sanctissimo Elicona,
varie di lingue et d'arme, et de le gonne,
a l'alta impresa caritate sprona.
Deh qual amor si licito o si degno,
qua' figli mai, qua' donne
furon materia a si giusto disdegno?
Una parte del mondo e che si giace
mai sempre in ghiaccio et in gelate nevi
tutta lontana dal camin del sole:
la sotto i giorni nubilosi et brevi,
nemica naturalmente di pace,
nasce una gente a cui il morir non dole.
Questa se, piu devota che non sole,
col tedesco furor la spada cigne,
turchi, arabi et caldei,
con tutti quei che speran nelli dei
di qua dal mar che fa l'onde sanguigne,
quanto sian da prezzar, conoscer dei:
popolo ignudo paventoso et lento,
che ferro mai non strigne,
ma tutt'i colpi suoi commette al vento.
Dunque ora e 'l tempo da ritrare il collo
dal giogo antico, et da squarciare il velo
ch'e stato avolto intorno agli occhi nostri,
et che 'l nobile ingegno che dal cielo
per gratia tien' de l'immortale Apollo,
et l'eloquentia sua vertu qui mostri
or con la lingua, or co'laudati incostri:
perche d'Orpheo leggendo et d'Amphione
se non ti meravigli,
assai men fia ch'Italia co' suoi figli
si desti al suon del tuo chiaro sermone,
tanto che per Jesu la lancia pigli;
che s'al ver mira questa anticha madre,
in nulla sua tentione
fur mai cagion si belle o si leggiadre.
Tu ch'ai, per arricchir d'un bel thesauro,
volte le antiche et le moderne carte,
volando al ciel colla terrena soma,
sai da l'imperio del figliuol de Marte
al grande Augusto che di verde lauro
tre volte triumphando orno la chioma,
ne l'altrui ingiurie del suo sangue Roma
spesse fiate quanto fu cortese:
et or perche non fia
cortese no, ma conoscente et pia
a vendicar le dispietate offese,
col figliuol glorioso di Maria?
Che dunque la nemica parte spera
ne l'umane difese,
se Cristo sta da la contraria schiera?
Pon' mente al temerario ardir di Xerse,
che fece per calcare i nostri liti
di novi ponti oltraggio a la marina;
et vedrai ne la morte de' mariti
tutte vestite a brun le donne perse,
et tinto in rosso il mar di Salamina.
Et non pur questa misera ruina
del popol infelice d'oriente
victoria t'empromette,
ma Marathona, et le mortali strette
che difese il leon con poca gente,
et altre mille ch'ai ascoltate et lette:
Perche inchinare a Dio molto convene
le ginocchia et la mente,
che gli anni tuoi riserva a tanto bene.
Tu vedrai Italia et l'onorata riva,
canzon, ch'agli occhi miei cela et contende
non mar, non poggio o fiume,
ma solo Amor che del suo altero lume
piu m'invaghisce dove piu m'incende:
ne Natura puo star contra'l costume.
Or movi, non smarrir l'altre compagne,
che non pur sotto bende
alberga Amor, per cui si ride et piagne.