RVF no. 266
devoto a veder voi, cui sempre veggio:
la mia fortuna (or che mi po far peggio?)
mi tene a freno, et mi travolge et gira.
Poi quel dolce desio ch'Amor mi spira
menami a morte, ch'i' non me n'aveggio;
et mentre i miei duo lumi indarno cheggio,
dovunque io son, di et notte si sospira.
Carita di signore, amor di donna
son le catene ove con molti affanni
legato son, perch'io stesso mi strinsi.
Un lauro verde, una gentil colomna,
quindeci l'una, et l'altro diciotto anni
portato o in seno, et gia mai non mi scinsi.