RVF no. 248
e 'l Ciel tra noi, venga a mirar costei,
ch'e sola un sol, non pur a li occhi mei,
ma al mondo cieco, che vertu non cura;
et venga tosto, perche Morte fura
prima i migliori, et lascia star i rei:
questa aspettata al regno delli dei
cosa bella mortal passa, et non dura.
Vedra, s'arriva a tempo, ogni vertute,
ogni bellezza, ogni real costume
giunti in un corpo con mirabil' tempre:
allor dira che mie rime son mute,
l'ingegno offeso dal soverchio lume;
ma se piu tarda, avra da pianger sempre.