RVF no. 235
et ben m'accorgo che 'l dever si varcha,
onde, a chi nel mio cor siede monarcha,
sono importuno assai piu ch'i' non soglio;
ne mai saggio nocchier guardo da scoglio
nave di merci preciose carcha,
quant'io sempre la debile mia barcha
da le percosse del suo duro orgoglio.
Ma lagrimosa pioggia et fieri venti
d'infiniti sospiri or l'anno spinta,
ch'e nel mio mare horribil notte et verno,
ov'altrui noie, a se doglie et tormenti
porta, et non altro, gia da l'onde vinta,
disarmata di vele et di governo.