RVF no. 214
da por sua cura in cose altere et nove,
et dispregiar di quel ch'a molti e 'n pregio.
Quest'anchor dubbia del fatal suo corso,
sola pensando, pargoletta et sciolta,
intro di primavera in un bel bosco.
Era un tenero fior nato in quel bosco
il giorno avanti, et la radice in parte
ch'appressar nol poteva anima sciolta:
che v'eran di lacciuo' forme si nove,
et tal piacer precipitava al corso,
che perder libertate ivi era in pregio.
Caro, dolce, alto et faticoso pregio,
che ratto mi volgesti al verde bosco
usato di sviarne a mezzo 'l corso!
Et o cerco poi 'l mondo a parte a parte,
se versi o petre o suco d'erbe nove
mi rendesser un di la mente sciolta.
Ma, lasso, or veggio che la carne sciolta
fia di quel nodo ond'e 'l suo maggior pregio
prima che medicine, antiche o nove,
saldin le piaghe ch'i' presi in quel bosco,
folto di spine, ond'i' o ben tal parte,
che zoppo n'esco, e 'ntra'vi a si gran corso.
Pien di lacci et di stecchi un duro corso
aggio a fornire, ove leggera et sciolta
pianta avrebbe uopo, et sana d'ogni parte.
Ma Tu, Signor, ch'ai di pietate il pregio,
porgimi la man dextra in questo bosco:
vinca 'l Tuo sol le mie tenebre nove.
Guarda 'l mio stato, a le vaghezze nove
che 'nterrompendo di mia vita il corso
m'an fatto habitador d'ombroso bosco;
rendimi, s'esser po, libera et sciolta
l'errante mia consorte; et fia Tuo 'l pregio,
s'anchor Teco la trovo in miglior parte.
Or ecco in parte le question' mie nove:
s'alcun pregio in me vive, o 'n tutto e corso,
o l'alma sciolta, o ritenuta al bosco.