RVF no. 130
per desperata via son dilungato
da gli occhi ov'era, i' non so per qual fato,
riposto il guidardon d'ogni mia fede.
Pasco 'l cor di sospir', ch'altro non chiede,
e di lagrime vivo a pianger nato:
ne di cio duolmi, perche in tale stato
e dolce il pianto piu ch'altri non crede.
Et sol ad una imagine m'attegno,
che fe' non Zeusi, o Prasitele, o Fidia,
ma miglior mastro, et di piu alto ingegno.
Qual Scithia m'assicura, o qual Numidia,
s'anchor non satia del mio exsilio indegno,
cosi nascosto mi ritrova Invidia?