RVF no. 111
la dove sol fra bei pensier' d'amore
sedea, m'apparve; et io per farle honore
mossi con fronte reverente et smorta.
Tosto che del mio stato fussi accorta,
a me si volse in si novo colore
ch'avrebbe a Giove nel maggior furore
tolto l'arme di mano, et l'ira morta.
I' mi riscossi; et ella oltra, parlando,
passo, che la parola i' non soffersi,
ne 'l dolce sfavillar degli occhi suoi.
Or mi ritrovo pien di si diversi
piaceri, in quel saluto ripensando,
che duol non sento, ne senti' ma' poi.