RVF no. 117
di che 'l suo proprio nome si deriva,
tenesse volto per natura schiva
a Roma il viso et a Babel le spalle,
i miei sospiri piu benigno calle
avrian per gire ove lor spene e viva:
or vanno sparsi, et pur ciascuno arriva
la dov'io il mando, che sol un non falle.
Et son di la si dolcemente accolti,
com'io m'accorgo, che nessun mai torna:
con tal diletto in quelle parti stanno.
Degli occhi e 'l duol, che, tosto che s'aggiorna,
per gran desio de' be' luoghi a lor tolti,
danno a me pianto, et a' pie' lassi affanno.