The Digital Piranesi

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Fondamento speronato, costruito a corsi di grossi Peperini, Travertini, e Scaglie, o Rottami di pietre con regolati intervalli disposti; et i Corsi delle Scaglie ogni tale spazio sono da grosse Pietre legati, e concatenati insieme. Negli angoli gli Speroni sono di maggior’estensione, ed aggetto, che quei ne’lati: tutti poi fortificati, e controspinti da un ben’inteso contrasto di Archi, formati di Peperini incastrati. Questo Fondam[ento] considerabile per la materia, per il lavoro, per la sua estensione, e profondità, niente meno era necessario per sostenere una Mole sì grande, e tale, che avesse a durare, secondo l’idea del Fondatore, per tutti i secoli avvenire. Stabilito il gran Fondam[ento] per il Sepolcro, e trovandosi preparata da questa parte una gran resistenza, pare, che l’Imp[eratore] più facilm[ente] siasi indotto a fabbricare il Ponte, per unire il suo Mausoleo al Campo Marzo. Se poi l’Imp[eratore] per fare codesti massicci Fondam[enti] al suo Ponte, abbia divertito il Fiume altrove, apertogli un nuovo alveo, come alcuni asseriscono, oppure i tempo d’estate, quando l’acqua è più bassa, egli abbia ristretto con Palizzate il letto allo stesso, facendolo alternatam[ente] scorrere da una parte, sinchè piantato si fosse il sotterraneo Fondo nell’altra, come altri affermano, poco o nulla importa. L’uno e l’altro certam[ente] fu facile impresa ad un Monarca si possente, ed insieme valentissimo Architetto, il quale ha saputo, e potuto in quest’Opera accoppiare ad un tratto maravigliosam[ente] la Bellezza, e la Forza. In fatti per l’una e per l’altra al giorno d’oggi si ammira questa nobilissimo, e leggiadro Ponte, il quale conservasi stavile intatto contro l’urto di frequent’innondazioni per il corso di tanti secoli. Non fo particolar menzione delle sue parti, avendo usata ogni diligenza, per quanto ho potuto, di farle apparire sopra le Tavole presenti delineate con distinzione, lasciati gli Ornam[enti] come quelli, che non sono antichi. Noterò bensi un’Osservazione fatta sopra i Cunei dei tre Archi di mezzo. Codesti Cunei si uniscono a’Corsi delle Pietre circostanti a taglio retto a piombo, non a taglio curvo, siccome si uniscono i Cunei degli altri quattro Archi laterali. La qual diversità osservando io nelle Fabbriche antiche, ho trovato, che l’uso di connettere i Cunei coll’altre pietre, che stanno loro d’intorno, a taglio perpendicolare, è stato praticato non prima di Vespasiano; l’altro uso dal tempo della Repubblica sino al detto Imp[eratore]. Quest’uso posteriorm[ente] ritrovato apporta sodezza maggiore, della quale gli Archi di mezzo, come quelli, che sono più isolati, ed eposti all’impeto del Fiume, abbisognano molto più, che gli altri, i quali sono di buon tratto minori di luce, e servono sol tanto per dare sfogo tal volta alla maggior piena dell’acque, piantati, ed appoggiati al Massiccio delle Ripe N, quì dimostrate in ispaccato. I medesimi Archi laterali in oggi sono interrati nelle nuove Ripe, eccettuato però l’Arco O tutto aperto, e l’Arco P mezzo turato dall’arena, e mezzo serrato da Cancelli di legno del Castello.

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