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147. Monte Testaccio (with an explanation of its development)
Monte Testaccio chiamato da Vittore Doliolo, consistente in un grande ammasso di frantumi di soli testacei; perlochè ha dato soggetto ai moderni Scrittori di quistionar molto sulla di lui costruzione, ed origine. Ma per venirne in certa cognizione, giova l'osservare dalle reliquie delle antiche fabbriche il diverso uso che si faceva di alcuni minuti materiali nella loro costruzione.
Le scaglie di pietra un poco grosse si ravvisano in tutt'i muri di opera incerta. Quelle più picciole, comeppure i frantumi de' testacei si vedono nei lastrici di tutt' i piani degli edifizj, di tutti gli spechi degli aquedotti, e talvolta ancora de' tetti delle fabbriche pubbliche, composti nella maniera dimostrata nella Tavola XLVIII del Tomo IV alle lettere N, O, P, Q, Cosicchè si deve credere senza dubbio, che il Monte o sia l'ammasso di cui si tratta fosse fatto di proposito dalle figuline, che furono trasportate ivi vicino sin da' tempi di Tarquinio Prisco in occasione della fabbrica del Circo Massimo, affine di servirsi de' detti testacei ne' riferiti lastrici. Nè parrà inverisimile che un' ammasso così portentoso di testacei che ha meritato il nome di monte fosse stato fatto apposta per il fine da me suggerito, qualora si rifletterà non solo ai lastrici delle innumerabili opere che accadevano di farsi, o di risarcirsi frequentemente nella Città, ma a un solo edifizio che, a similitudine della Casa Neroniana, de' Bagni di Caracalla e di Diocleziano, dell'Anfiteatro Flavio, e di tante altre superbe opere; il lusso avesse ispirato agli antichi Cesari e Magnati di fabbricare; ove sarebbe rimaso poco men che assorbito lo stesso Monte.